
Milano, 23 apr. (Adnkronos Salute) - Le distanze tra Stato e Regioni, oltre che in materia di liste d’attesa, sembrano allungarsi anche sul terreno del nuovo Piano pandemico. La Commissione Salute della Conferenza delle Regioni chiede al ministero della Salute «la revisione e la ristrutturazione del ’Piano strategico-operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2025-2029’». Il piano proposto dal dicastero, «come già ribadito in più occasioni in sede tecnica, risulta eccessivamente discorsivo, ridondante e di difficile consultazione», è una delle osservazioni mosse dalla commissione sull’ultima bozza del piano, in un documento che a quanto apprende l’Adnkronos Salute sarebbe ancora in fase istruttoria, in attesa della risposta del ministero. La comunicazione è del 18 aprile scorso e annuncia la convocazione di una riunione tecnica per il 21 maggio.
La Commissione Salute ha convenuto sulla necessità di «stralciare ’l’allegato 2 relativo alle azioni regionali’, valutando che dovrebbe più opportunamente essere oggetto di un documento attuativo successivo, concordato con le Regioni ed approvato con Accordo Stato-Regioni» congiuntamente all’approvazione di «tre documenti attuativi necessari per la programmazione regionale: definizione degli scenari di possibile impatto (es. tasso di ricovero ospedaliero, tasso di ricovero in terapia intensiva adulto e pediatrica, in malattie infettive e nei reparti critici); definizione delle attività sanitarie differibili ed essenziali; definizione degli standard delle dotazioni organiche dei diprtimenti di prevenzione e altre strutture coinvolte».
Tra le altre cose, la Commissione Salute ritiene anche che il documento proposto «non presenti una catena di comando chiara e definita, ma si limiti ad elencare sommariamente i vari possibili attori». Il piano infatti «non assume alcun valore decisionale né orientativo per le Regioni, ma rimanda a decisioni successive, non affronta gli aspetti relativi alla gestione della privacy e non propone scenari coerenti e sostenibili con la risposta che dovrebbe invece proporre». A tal proposito, la commissione chiede di «stralciare l’allegato 3 che contiene una elencazione di azioni e disposizioni regionali generiche che devono essere piuttosto sviluppate nel documento attuativo sopra indicato». Infine l’invito a «specificare meglio l’utilizzo del finanziamento soprattutto per l’assunzione di personale, al fine di rafforzare le strutture regionali che si occupano della preparedness pandemica».